Cammino di Quaresima 2023

I catechisti della Collaborazione Pastorale giudecca hanno adottato il sussidio diocesano “Immersi in Dio fonte della vita” . Ogni domenica verrà messo in evidenza un segno del Battesimo.

E’ stata utilizzata l’immagine “stilizzata” che è un particolare del mosaico della Basilica di San Marco in cui è rappresentato l’episodio di Gesù con la samaritana al pozzo di Sicar

Quinta domenica di Quaresima

TOGLIETE LA PIETRA! L’ultima sfida che la quaresima ci presenta è quella con il peggiore nemico dell’uomo: la morte. Essa è entrata in scena all’inizio con il racconto della disobbedienza di Adamo ed Eva ed ora tiene prigioniero Lazzaro, un amico di Gesù, ma non per questo risparmiato da una malattia mortale. Per quanto si cerchi di sfuggirla o ingannarla, la morte fa parte dell’esperienza umana e ci accompagna silenziosamente, anche se siamo apparentemente presi dalla ricerca della gioia e del divertimento. Gli uomini conoscono solo cose che hanno una “fine”, per questo la pietra collocata sulla tomba di Lazzaro è per noi irremovibile. La morte esprime la fine di tutte le realtà alle quali abbiamo chiesto il bene oppure ci siamo illusi di trovarlo, senza soddisfare il nostro desiderio più profondo. Solo Gesù, attraverso la preghiera al Padre, può dire: “togliete la pietra!” E solo nella fede in Gesù Marta, Maria e coloro che erano presenti possono spostarla. Solo uniti a Gesù (nel Battesimo) è possibile partecipare della vita senza fine. La risurrezione di Lazzaro ci parla di tutte quelle volte in cui il Signore viene a tirarci fuori dalle “buche” della tristezza dove noi finiamo più o meno volontariamente e magari preferiamo, addirittura, rimanere a commiserarci. Quando pensiamo di non essere capaci di far niente, di sperimentare solo fallimenti, di voler sparire perché tanto nessuno ci vuole… Dio scoperchia la tomba, ci “sfascia” come una mummia e ci rimette in piedi, figli suoi, liberi di camminare grazie al suo amore. Sì, per scoprire il vero bene a cui aneliamo dobbiamo fare i conti con i sepolcri che portiamo dentro. Lasciamoci sorprendere dall’imprevedibile che il mistero pasquale ci fa contemplare: il vuoto della tomba di Gesù, il cui sacrificio è fonte di ogni bene e gioia piena per far fiorire il nostro battesimo.

EFFATA’ è una parola antica che significa “apriti”, ed è il ricordo della parola che Gesù rivolse al sordomuto per guarirlo. Per questo il sacerdote, durante il rito del battesimo, tocca le orecchie e le labbra del bambino: affinché possa udire e proclamare la Parola di Dio.

Quarta domenica di Quaresima

ALLA LUCE DELLA FEDE La luce è indispensabile per la nostra vita.  Un uomo può vivere al buio? Sì, ma non è la migliore delle vite possibili. Le persone non-vedenti di fatto sviluppano tutti gli altri sensi, proprio per superare ai limiti di autonomia e libertà, di piacere e conoscenza, di interazione con il mondo.. Nell’assenza di luce, infatti, noi cerchiamo “a tastoni” il bene di cui abbiamo bisogno. Questo ci espone al pericolo di farci molto male e all’ambiguità di scambiare per bene, qualcosa che invece è tossico e mortifero. Per questo abbiamo estremo bisogno della luce della verità che, illuminando la nostra esistenza, rende evidente l’autentico bene verso il quale ci spinge il desiderio del nostro cuore. Anche il cieco nel racconto di Giovanni viene “visto” dal Maestro, prima che lui sappia della sua presenza, per mostrarci come Egli conosca il bene di ciascuno, meglio ancora di noi stessi. Gesù, infine, non sopportava l’atteggiamento comune a molti uomini: pensare di vedere più nitido degli altri, di poter imporre la “propria” idea di bene, senza cercarlo assieme ai fratelli. La luce è quindi il segno che oggi mettiamo in evidenza. Quando viene consegnata la candela durante il battesimo il sacerdote dice ai genitori: “Ricevete la luce di Cristo! A voi è affidato questo segno della Pasqua, una fiamma che dovrete alimentare sempre. Il cero rappresenta Gesù Risorto, Luce che splende nel mondo

Terzo domenica di Quaresima

DA BROCCA… A SORGENTE

Non è difficile capire cosa lega l’acqua alla vita. La vita sulla terra è nata dall’acqua e senz’acqua gli esseri viventi non possono esistere. Quale bene indispensabile che toglie il tormento della sete, l’acqua esprime quanto possa essere radicale e profondo il nostro desiderio di bene. Gesù si propone come il dispensatore di un’acqua che non esaurisce mai il suo effetto: solo lui può dare l’“acqua viva”, solo lui possiede il bene che può dissetarci! Tale bisogno naturale offre al Maestro l’occasione buona per arrivare a toccare le corde più nascoste nell’animo della Samaritana. Simile ad una sete che non dà tregua, il bisogno di essere amata ha portato questa donna a “bere” qualsiasi cosa, anche la più torbida acqua, un’acqua stagnante, putrida.

Gesù sorprende anche noi oggi, come la donna del Vangelo, facendosi trovare al pozzo dei nostri bisogni (senza averlo invocato!) prima di tutto per dirci che la nostra sete di affetto è “cosa buona” e poi ci insegna a prendere sul serio i nostri sentimenti, vivendoli nella profondità del cuore e non solo sull’onda delle emozioni. Oggi mettiamo al centro del pozzo il secchio con l’acqua: l’acqua è un elemento indispensabile di cui  facciamo continua esperienza. E’ l’elemento principale del Battesimo, il simbolo della purezza e della grazia che Dio ci ha donato per mezzo di suo Figlio, Gesù.

Seconda domenica di Quaresima

DIO HA FATTO RISPLENDERE LA VITA IN GESU’

Se la quaresima inizia sempre mettendoci di fronte al dinamismo della lotta e al bisogno di conversione, in questa seconda domenica le letture ci offrono invece una visione prospettica che permetta a chi si è messo “in viaggio” di non scoraggiarsi, ma di assaporare fin da subito la bellezza della mèta. Per questo incontriamo la figura di Abramo, un uomo anziano e dalla vita agiata che sa alzare gli occhi al cielo e seguire una promessa: un’altra vita. Il desiderio di bene che arde nel cuore di ciascuno, se ascoltato, ci aiuta a riconoscere l’insufficienza delle cose che abbiamo e ci spinge a metterci alla ricerca dell’unico Bene capace di placare il nostro desiderio.  La trasfigurazione di Gesù è la visione di futuro capace di “svegliare” il presente e metterlo in moto. Il suo volto brilla come il sole, le vesti diventano candide.

Tutto questo riferimento alla luce e ad un bianco impeccabile, come solo un abito “nuovo” può esserlo… è riferimento alla risurrezione, realtà alla quale anche noi siamo destinati, proprio perché uniti a Cristo. “Egli ci ha chiamato con una vocazione santa” dice San Paolo nella seconda lettera a Timoteo: “ha fatto risplendere la vita” nella risurrezione di Gesù, suo Figlio e annunciare la Parola di DioOggi mettiamo in evidenza la vesta bianca  che abbiamo indossato – o ci è stata anche solo appoggiata sul corpo il giorno del nostro battesimo. E’ simbolo della purezza, della dignità e della vita nuova che l’entrare a far parte della famiglia di Dio ci ha regalato.

Prima domenica di Quaresima

Il cammino della Quaresima di quest’anno è caratterizzato dal ciclo delle letture dell’Anno A che ci offrono un itinerario incentrato sul mistero della rinascita in Cristo donato dal Battesimo.  L’immagine che mettiamo in evidenza in questo cammino di Quaresima  è un particolare del mosaico della Basilica di San Marco in cui è rappresentato l’episodio di Gesù con la samaritana al pozzo di Sicar. Rappresenta anche l’albero della vita che a fine percorso riconosceremo immagine di Gesù crocifisso e della sua Risurrezione. Questo albero verrà arricchito ogni domenica con i segni battesimali. Oggi ascoltiamo il Vangelo in cui Gesù viene tentato dal diavolo. E noi nei nostri i dubbi e tentazioni siamo capaci ad ascoltare la voce di Dio e fidarci di Lui? Dio, vuole davvero il nostro bene, oppure rimanendo con Lui rischiamo di perderci il bello della vita?

Il demonio vuole far credere all’uomo di non aver bisogno di salvezza e che la vita vera si possa trovare in tante altre forme. Mettiamo in evidenza oggi l’olio dei catecumeni, con cui nei riti pre-battesimali si è unti, simboleggia la capacità di far scivolare e  far sfuggire fisicamente un avversario ma anche  la capacità di rafforzarci per far scivolare il male e  le tentazioni